2014 - Impressioni a caldo

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Sullo schieramento di partenza dei mondiali di Nordic Walking è calato il gelo: mancano trenta secondi al via; rimane solo il tempo di raccomandarti al Signore e di capire, una volta di più, quanto si possa essere soli al mondo quando davanti ci sono ventuno chilometri e novantacinque metri di fatica e null’altro, oltre all’abbraccio del pubblico ed alla tua determinazione, per riuscire a farli tutti tirando a mille.

Seguono i soliti quattro o cinque chilometri di dolore puro, perché la vecchia carcassa, nonostante l’accurato riscaldamento, non ne vuole sapere di mettersi in moto, poi altri tredici o quattordici chilometri di allungamento e ricerca di velocità e, come sempre, gli ultimi chilometri tra la spossatezza e la fredda determinazione di non mollare, costi quel che costi.

E poi è fatta… Il quinto campionato del mondo della vita è improvvisamente in archivio e la fatica si scioglie in una smorfia, a metà tra il sorriso e l’emiparesi facciale, davanti a una sfilata di bicchieri pieni di iso e al mucchio di spicchi di mela; tutto è già un ricordo, corroborato dall’applauso, dalle strette di mano, dal “gut gemacht” di tanti amici che fino a un minuto fa erano coriacei avversari.

I campionati mondiali di Nordic Walking, specialità mezza maratona si sono svolti con la partecipazione di circa trecento atleti da tutto il mondo, la maggior parte dei quali professionisti o comunque super sponsorizzati, al punto da potere dedicare buona parte della loro vita all’agonismo puro, senza l’ansia di strappare tempo libero al lavoro.

Ancora una volta i tedeschi l’hanno fatta da padroni, confermando ai vertici Michael, al suo quinto titolo mondiale e Sylvia, che ha bissato il successo dell’anno scorso.

Potentissimi attacchi sono giunti da nazionali molto quotate, quali la Polonia, la Francia, l’Austria, la Lettonia ma sono serviti a poco contro lo strapotere dei teutonici, che hanno portato a casa anche i titoli mondiali a squadre maschili e femminili.

Finalmente anche per noi è arrivato il risultato prestigioso, cercato con caparbietà per tanti anni e con tanto lavoro.

Daniela ha conquistato una fantastica medaglia d’argento, la prima medaglia mondiale nella storia del Nordic Walking Agonistico italiano; ricordo come se fosse ora la mia emozione, quando il coach della nazionale francese mi urló: "se ne sono andate Daniela, una polacca e una austriaca".

Gli gridai di rimando: "dove è la quarta?"   E lui ribattè: "non c'è storia'.

Quello fu il momento in cui mi resi conto che l'obiettivo a lungo inseguito di regalare all'Italia la prima medaglia mondiale stava diventando realtà e che il nome di Como sarebbe stato per sempre ed indissolubilmente legato alla storia del Nordic Walking agonistico italiano. Ho brividi ancora adesso a ricordarlo.

Ricordo tutto: la fatica, i rumori, il profumo di quella pista, circondata sempre di legna appena tagliata.

Daniela merita davvero questa medaglia perché, meglio di ogni altro atleta italiano, è colei che più si è prodigata per la crescita del Nordic Walking Agonistico nella nostra nazione, restando silenziosa a parole, ma portando a casa risultati su risultati.

Il riscontro cronometrico di tutto il gruppo appaga invece il nostro lavoro di tecnici; al di là della classifica, tutti hanno polverizzato i tempi dello scorso anno sul medesimo tracciato, a testimonianza della validità della tecnica che si insegna presso Nordic Walking Como e delle metodiche di allenamento in uso presso questo gruppo.

Le cose, peraltro, non succedono a caso: i due coach del gruppo di Como si sono formati tecnicamente proprio presso il campione del mondo e hanno quindi portato in Italia l’eccellenza di quella scuola, che oggi mettono a disposizione di allievi ed atleti.

Noi amiamo esprimerci con i fatti e non ci siamo lasciati trascinare in sterili polemiche né mai lo faremo, perché il nostro target è il Nordic Walking Agonistico e non la chiacchiera.

Portiamo a casa da questa esperienza mondiale fatti verificabili, che si sono concretizzati lavorando secondo metodiche ben precise e messe a disposizione degli atleti che hanno avuto la forza, la costanza, la capacità e l’umiltà di seguirci.

Per capire quanto ognuno di loro sia cresciuto, basta confrontare i tempi dello scorso anno e quelli dell’anno corrente. Basta sapere contare.

 E da domani, voltata pagina, si ricomincia, con due bastoni in mano ed il tricolore nel cuore.


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