2014 - Coach e amico
Sembra finita solo ieri, ma ci risiamo.
Pare che l'acido lattico del Campionato Mondiale 2013 di Nordic Walking
ci brontoli ancora nelle gambe e già abbiamo ufficialmente insediato il
Team che cercherà di portare il tricolore il più in alto possibile
all'edizione 2014 del Nordic Walking Weltmeisterschaft im HalbMarathon.
Non è facile essere un coach esigente quando i tuoi atleti sono tutti
splendidi amici, con i quali hai condiviso e non solo sui campi di
gara, attese, ansie, angosce, trepidazioni, gioie e dolori, ma essere
esigente è il minimo che devi loro.
Glielo devi perché è adesso, è qua, è oggi che loro sono seduti come
bravi scolaretti ad ascoltare le tue parole, a guardare i grafici delle
loro performances passate, ad analizzare i filmati delle gare
effettuate e ad attendere dalle tue obiezioni quel qualcosa che possa
da domani portarli ad essere migliori.
L'avventura è ricominciata: per la quinta volta nella storia del Nordic
Walking Agonistico Internazionale un team italiano sarà presente ai
Campionati Mondiali di Mezza Maratona, per confrontarsi con il gotha
del professionismo mondiale e cercare di strappare i risultati
migliori.
E per la quinta volta nella storia dello sport internazionale l'onore e
l'onere di questa rappresentanza spetterà in primo luogo agli atleti di
Como, avvantaggiati dalla vicinanza con il confine e quindi dalla
possibilità di competere, dato che al Nordic Walking agonistico non
vengono ancora riservati adeguati spazi nel nostro paese, rendendoci
così diversi da buona parte del resto del mondo.
La preparazione tecnica ed atletica è iniziata con una lunga seduta
teorica in aula, durante la quale ogni atleta ha avuto modo di
ripercorrere la propria stagione 2013, vagliare pregi e difetti del
proprio operato, riconoscere problemi tecnici o biomeccanici,
estrapolare soluzioni che possano portarlo ad essere più performante.
Abbiamo cercato di capire il perché di ogni singolo fattore che non fu
espresso in maniera più che ottimale e che quindi è umanamente
migliorabile, affidandoci non solo alla tecnica, ma alla biochimica,
all'anatomia, alla fisiologia, alla biomeccanica.
Ci siamo quindi dati obiettivi chiari, concreti e misurabili, senza
lasciare nulla al caso, perché l'esperienza ci ha insegnato che ad un
Campionato del Mondo anche un nulla può costare caro, come dimostra una
medaglia di bronzo sfumata per soli otto decimi di secondo dopo due ore
e trenta di gara.
Abbiamo fatto l'autopsia di quegli otto decimi, li abbiamo scomposti in
minimi fattori di ritardo ed abbiamo realizzato che tale ritardo
sarebbe stato colmabile con una prestazione misurabile in decimillesimi
di secondo per ogni passo compiuto.
E poi finalmente siamo usciti tutti fuori, sotto la pioggia battente di
questo gennaio meteorologicamente impietoso, a cominciare a mettere in
pratica quanto elaborato e deciso in aula.
Tutto il lavoro di preparazione di questo primo incontro di allenamento
collegiale mi è costato intere giornate di calcoli, di analisi di dati,
di computer graphics, ma il tempo è volato via leggero, perché sapevo
di lavorare per una squadra fatta di veri amici.
Ogni numero, ogni riscontro cronometrico, ogni linea colorata dei vari
diagrammi che prendevano corpo nell'hard disk del PC, non erano un
semplice dato da presentare in aula, ma un momento di vita vissuto da
qualcuno del quale conosco non solo il nome e cognome, ma le situazioni
di vita, le espressioni, gli umori, i gemiti di sforzo, persino gli
odori, quegli odori acri e pungenti, ma nel contempo meravigliosi ed
inimitabili che aleggiano solo dove ci sono corpi provati dallo sforzo
agonistico recente.
Quella linea rossa lì l'ha tracciata chi al traguardo mi saltò al collo
piangendo di gioia e non mi mollava più mentre mi inondava del suo
sudore.
La linea azzurra è stata disegnata trascinandosi verso l'arrivo con un
risentimento fisico acutissimo, così lancinante da avere fatto perdere
il conto dei chilometri che mancavano alla fine.
Chi tracciò quella linea arancione, invece, poi si accasciò a smaltire
l'orgoglio di volere arrivare in fondo anche se nei muscoli non c'era
più una sola mole di ATP.
Non era certo meno provato chi tracciò la linea gialla, al contrario
dell'autore della linea bianca, che sembrava invece fresco come una
rosa, con la sua solita espressione imperturbabile, come se fosse
appena rientrato da una passeggiata domenicale.
Ci siamo, Ragazzi!
Da oggi e per un po’ di mesi davanti c'è tanto lavoro da fare, duro e
appassionante al tempo stesso; se avremo lavorato bene ce lo dirà il
più spietato e nel contempo il più obiettivo ed imparziale dei giudici:
il cronometro. Le chiacchiere lasciamole a chi ha tempo di farle: noi
siamo atleti agonisti e viviamo di fatti, non di parole.
Arriverà presto il giorno "prima" della gara, forse il giorno più bello, ma sicuramente il giorno più difficile.
Quante cose avremo da fare quel giorno, tante e tutte indispensabili:
ricognizione del tracciato;
rifinitura tecnica;
scelta dei materiali;
prove di cambio gomme;
correzione delle sbavature;
analisi tattica;
comunione di intenti;
assegnazione degli obiettivi.
Ma ci sarà spazio anche per molte altre cose quali:
amicizia;
complicità;
stima reciproca;
affetto;
fratellanza;
piacere di stare insieme;
condivisione delle speranze;
risoluzione dei dubbi;
ascolto dei timori;
comprensione delle ansie;
buonumore;
sane risate, ma tanta serietà.
Il Coach sarà il cardine di tutto questo, perché un Coach, molto prima di essere un tecnico, è:
un amico;
un fratello;
un compagno di vita;
una guida;
uno psicologo;
un dispensatore di coccole al momento giusto;
un dispensatore di bacchettate al momento giusto;
un censore di costumi, quando serve;
una spalla dove piangere o dove gioire;
uno che ti è bastato vederlo incacchiato una volta nella vita;
uno che ti difende contro tutto e contro tutti in pubblico e che ti fa le pulci in privato…
... e mille altre cose.
E, ora della fine, è colui per il quale vorrete fare bella figura,
prima ancora che per voi stessi, perché sapete che lui, prima di voi,
ha dato il massimo per portarvi lì, mettendoci tutta la sua persona;
solo così una Squadra sarà davvero una Squadra e con una Squadra così
alle spalle, in gara non sarete mai soli per davvero.
Per ogni necessità, l'amico coach, rompiballe e confidente al tempo stesso, è in servizio ventiquattro ore su ventiquattro!